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“Babilonia” il nome non mistico dell’omonima città.

Ultimo Aggiornamento: 30/01/2012 18:35
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30/01/2012 18:35

“Babilonia” il nome non mistico dell’omonima città.

Se si dovesse compilare una voce enciclopedica “Babilonia” e Pietro”, ci si atterrebbe strettamente a notizie certe, di prima mano, autorevoli e so-prattutto determinanti. Cosa al quanto insolita, invece, quando si consultano opere di questo genere, trovare e leggere, invece, un resoconto parziale e illogico, cioè dare per scontato ciò che non lo è, storicamente parlando. Ciò è quanto riporta la nota in calce nel libro menzionato, dando per scontato un fatto storicamente erroneo e inconsistente, ed è grave se il riferimento viene riportato da parte di un noto esegeta e storico.
Ciò succede ad esempio per la voce “Pietro” nato a morto a «Roma» senza un interrogativo sulla autenticità di questa informazione.
Pietro, nato a Betsaida, morto ? 64? 67? c.a.
Uno degli apostoli di Gesù. Autore di due lettere 1° e 2° Pietro. Lettera che incoraggia i cristiani a essere vigilanti e a perseverare fedelmente no-nostante le prove.
La lettera Scritta da Babilonia dall’apostolo Pietro tramite il segretario Sil-vano verso il 62-64 E.V. Mentre Paolo, Luca, Marco, Timoteo e altri cri-stiani del I secolo si recarono a Roma (Flp 1:1; Col 4:10, 14), non c’è al-cuna prova che Pietro vi sia mai andato, come vorrebbero certe tradizioni. I racconti relativi al martirio di Pietro a Roma si basano unicamente sulla tradizione e non hanno un solido fondamento storico.
E’ solo la tradizione cattolica che dice che Pietro fu Martirizzato a Roma nel 67 e.V., lo stesso anno della morte di Paolo, il quale scrisse da Roma la sua seconda lettera a Timoteo. – 2 Tim. 4:6, 11, 16
Al termine di questa lettera , Paolo riferisce “Poiché io sono già versato come una libazione, e il tempo stabilito della mia liberazione è imminen-te”. Il vs. 11 dichiara “Luca solo è con me”, mentre termine a malincuore, col vs. 16: “Tutti mi hanno abbandonato”. Nessuna notizia di Pietro ad indicare che non era lì ma a Babilonia. - Cfr. 2Pietro 5:13.
Le lettere di Pietro
Da Babilonia. Secondo la sua stessa testimonianza, Pietro redasse la pri-ma lettera a Babilonia. (1Pt 5:13) Forse scrisse di là anche la seconda. È chiaro che si tratta di Babilonia, la città sull’Eufrate, e non di Roma, come sostengono alcuni. Poiché gli era stata affidata ‘la buona notizia per quelli che sono circoncisi’, c’era da aspettarsi che Pietro prestasse servizio in un centro del giudaismo, come Babilonia. (Gal 2:8, 9) Babilonia ospitava una folta comunità ebraica. Parlando delle origini del Talmud babilonese, l’Encyclopaedia Judaica (Gerusalemme, 1971, vol. 15, col. 755) menziona le “grandi accademie [giudaiche] di Babilonia” nell’era volgare. Dato che Pietro scrisse “ai residenti temporanei dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell’Asia e nella Bitinia”, tutte regioni letterali (1Pt 1:1), è logico che il luogo di provenienza della lettera, “Babilonia”, fosse la città letterale così chiamata. La Bibbia non indica mai che Babilonia si riferisca in particolare a Roma, né dice che Pietro sia mai stato a Roma.

Babilonia mistica
Alcuni studiosi suppongono che Babilonia la Grande sia un impero politi-co: Babilonia o Roma. Abbiamo già visto che come impero politico Babi-lonia da tempo aveva cessato di esistere quando Giovanni ebbe la visione profetica. In quanto a Roma, la natura del suo regime politico non concorda con la descrizione del comportamento di Babilonia la Grande e dei suoi metodi di governo. È una meretrice, che commette fornicazione con i re della terra, ubriacandoli col vino della sua fornicazione, sviando le nazioni con la sua “pratica spiritica”. (Ri 17:1, 2; 18:3, 23) Roma invece conquistò e conservò il suo dominio grazie alla sua ferrea potenza militare e alla rigida applicazione della legge romana nelle province e nelle colonie. Riconoscendo questo fatto, un dizionario biblico dice: “Non è sufficiente identificare Roma con Babilonia. Babilonia abbraccia più di un solo impero o una sola cultura. È caratterizzata più dalle prevalenti idolatrie che da confini geografici o temporali. Babilonia ha la stessa estensione e durata della bestia che ha corrotto e reso schiava l’umanità, e che l’Agnello deve vincere (Riv. 17:14) perché l’umanità sia resa libera”. — The Interpreter’s Dictionary of the Bible, a cura di G. Buttrick, 1962, vol. 1, p. 338.
Nel I secolo E.V. A Babilonia, dove Pietro predicò, c’era una numerosa comunità ebraica. (1Pt 5:13) Secondo Giuseppe Flavio, nel I secolo a.E.V. c’erano a Babilonia “un gran numero” di ebrei. (Antichità giudaiche, XV, 14 [ii, 2]) Nel 49 o agli inizi del 50 E.V. l’imperatore romano Claudio e-spulse tutti gli ebrei da Roma. Il provvedimento colpì anche gli ebrei dive-nuti cristiani, fra i quali Aquila e Priscilla (Prisca), che Paolo incontrò a Corinto verso il 50 E.V., poco dopo l’editto di Claudio. (At 18:2) Essi ac-compagnarono Paolo a Efeso, e quando egli scrisse da Corinto ai cristiani di Roma (nel 56 E.V. ca.), evidentemente essi erano di nuovo a Roma, perché Claudio era morto e ora regnava Nerone. Anche molti altri ebrei fecero ritorno a Roma. — At 18:18, 19; Ro 16:3, 7, 11.
Nel I secolo E.V. c’erano insediamenti ebraici a Tessalonica, Atene, Co-rinto, Efeso, Roma, Babilonia e in altre città. (At 17:1, 16, 17; 18:1, 4, 19) l’apostolo Pietro andò a predicare la buona notizia nella lontana Babilonia. (1 Pietro 5:13) Perché proprio lì? Un’osservazione della New Encyclopædia Britannica è illuminante: “I principali centri della comunità ebraica fuori della Palestina erano in Siria, Asia Minore, Babilonia ed Egitto, e ognuno di essi doveva avere almeno 1.000.000 di ebrei”. Poiché Pietro aveva l’incarico di predicare in particolare agli ebrei, era logico che si recasse a Babilonia, che vantava un centro di cultura ebraica. (Galati 2:9)
Che Babilonia fosse almeno in parte abitata da ebrei nel 1° secolo e nel II° è dato dal fatto che un certo Bar Kokbak, rabbino di giudea, si recò a Babilonia, fondò una scuola, ma il tentativo fallì, e ciò indica una linea che si svilupperà in secoli successivi, lo prova l’esistenza dei due talmudin, babilonese e il non Palestinese. – Giovanni Filoramo, Storia del cristianesimo, “Antichità”, Laterza ed.



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