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GESÙ, I CRISTIANI E L’APOCALISSE, “CATASTROFISTI” DI PROFESSIONE?

Ultimo Aggiornamento: 29/01/2012 16:15
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29/01/2012 16:15

“Oggi l’Apocalisse non è solo una visione biblica ma una possibilità molto reale”. Javier Pérez de Cuéllar, ex segretario generale delle Nazioni Unite.
C’è chi accusa deliberatamente coloro che an-nunciano la “fine del mondo”, di essere cata-strofisti, innescando paure e timori su coloro ai quali annunciano il momento escatologico. Cosa è effettivamente l’Apocalisse e la fine del mondo? Catastrofismo? – “Tendenza a fare previsioni catastrofiche”. L’Apocalisse è “l’Ultimo libro del Nuovo Te-stamento, scritto da S. Giovanni Evangelista” sull’isola di Patmos, e significa “Rivelazione degli avvenimenti finali e del secondo avvento di Cristo, contenuta in tale libro”.* La “fine del mondo” è un concetto errato, tirato fuori da una lettura biblica decontestualizzata, per indicare la distruzione materiale della terra. È più corretto tradurre e dire “fine ultimo”, o “termine del sistema di cose”, in riferimento alla fine di un sistema politico-religioso-economico, e l’avvento del “Regno di Dio”, ma mai riferito all’annientamento del pianeta terra. Il “catastrofismo” può essere considerato come la fine dell’universo, secondo la teoria del col-lasso universale. Questo fa nascere un “ossessione governativa” sui movimenti settari, come un pastone genera-lizzato tale da scatenare un allarme sociale. La Francia ne è un esempio. Tale è l’allarme da parte del governo, che tassa persino le contribuzioni volontarie di associazioni religiose conosciute. Poi ci si mette anche qualche psichiatra bigotto, così da aumentare il sospetto e il timore. Ma i cristiani sono davvero catastrofisti? Il van-gelo lo è? Duemila anni orsono, circa, furono compilati gli scritti canonici del Nuovo Testamento, quasi in tutti i testi a noi pervenuti, vi sono elementi “a-pocalittici”. Gesù stesso fece riferimento alle profezie alle quali i cristiani dovevano prestare ascolto. Egli parlò sia della caduta di Gerusa-lemme, che del “termine del sistema di cose” futuro. Negli scritti, però, non si parla mai di catastrofe planetaria. Anzi, al contrario, insegnò a pregare ai suoi discepoli della venuta del Re-gno di Dio, e parlò del tempo in cui doveva in-staurarsi questo “nuovo ordine mondiale”. Que-sti avvenimenti erano sì drammatici, ma nello stesso tempo, liberatori dall’oppressione umana e diabolica. Sia Pietro che Paolo, predicarono la venuta del regno di Dio, e la “fine del mondo” in questo senso. Il libro dell’“Apocalisse”. Compilato verso il 96 c.a. dell’era volgare da san Giovanni apostolo, ha carattere profetico ed è altamente simbolico. Questo testo può essere definito escatologico, perché ha a che fare con le cose ultime prima dell’avvento di Cristo nel suo Regno. Dovrebbe atterrire i suoi lettori? Assolutamente no! Il capitolo 1° vs 13 inizia con una esorta-zione gioiosa: “Felice chi legge ad alta voce e quelli che odono le parole di questa profezia”, e: “Felice chi osserva le parole della profezia di questo rotolo” e termina altrettanto così, la parte conclusiva del capitolo 22:7: “Felice chi osserva le parole della profezia di questo rotolo”. Na-turalmente le profezie contenute nel libro di “Rivelazione” non si adempirono nel I° secolo d.C., ma avevano pieno adempimento nel pros-simo futuro. Contenuto del libro. Dopo la grande visione d'apertura, dalla quale apprendiamo che il veg-gente si trova nell'isola di Pátmos, si apre un primo settenario di lettere inviate alle Chiese di Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadel-fia, Laodicea, tutte in Asia Minore (1-3:22). Viene successivamente introdotta la figura dell'Agnello, simbolo di Cristo immolato nella sua Pasqua, che apre progressivamente i sette sigilli di un misterioso libro e a cui si accompa-gnano segni portentosi in cielo e in terra. Il set-tenario delle trombe dischiude alle ulteriori vi-sioni del dragone (simbolo di Satana) che ag-gredisce la donna (simbolo della Chiesa) e della bestia a cui è affidato il potere seduttivo e mor-tale di aggredire i credenti. Il male sembra spandersi irrimediabilmente sulla terra. Agli an-geli vengono allora consegnati sette flagelli e sette coppe che vengono poi versate sulla terra: si avvia così il giudizio di Dio sugli empi e sulla città che li rappresenta, Babilonia (l’impero mondiale della falsa religione). Dopo la sconfitta del dragone e del falso profeta a opera del Verbo di Dio viene descritta la resurrezione dei giusti destinati a regnare con Cristo per mille anni (capitolo 20). Dopo questo periodo, la liberazione temporanea di Satana porterà all'ultimo tentativo di aggres-sione dei credenti, ma il definitivo intervento di Dio chiuderà per sempre la storia del male. Può così presentarsi l'ultima visione del libro: Geru-salemme, la nuova città che scende dal cielo "a-dorna come una sposa per lo sposo" (21:2). In breve, quindi, i cristiani che predicano il van-gelo, facendo riferimento spesso agli avveni-menti descritti in questo affascinante libro, non possono essere dichiarati catastrofisti, a diffe-renza degli scettici; anzi, hanno un senso equili-brato rivelato dalla Bibbia che condurrà ad un esito positivo, e verranno introdotti nel “Nuovo Mondo” promesso da Dio,
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