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Sulla Sindone

Ultimo Aggiornamento: 31/03/2013 20:05
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30/03/2013 12:35

La sindone di Torino è il lenzuolo funebre di Gesù?
È questo il volto di Gesù Cristo? Milioni di persone credono di sì. Perché?
QUESTO volto fa parte dell’immagine impressa su un panno di lino definito “la più importante reliquia nella storia del cristianesimo”, la sindone di Torino.
Si afferma che questo lenzuolo lungo quattro metri e trenta centimetri e largo un metro e dieci centimetri sia il “panno di lino fine” (Mar. 15:46) in cui venne avvolto il corpo di Gesù dopo la morte. Vi è impressa la debole immagine di un corpo macchiato di sangue con ferite che si dice corrispondano a quelle inflitte a Gesù. Il panno, dicono, fu steso nel senso della lunghezza sopra e sotto il corpo per cui si vede l’immagine frontale e dorsale di un uomo, al centro di due strisce nere causate da bruciature.
Il mondo rivolse l’attenzione alla reliquia quando, dopo una tanto attesa esposizione al pubblico, durante la quale fu vista da milioni di persone, venne concesso a un gruppo di scienziati il permesso di esaminare attentamente la sindone. Nell’ottobre del 1978, per cinque giorni e cinque notti, questi 45 scienziati, muniti di quattro tonnellate di sofisticati strumenti da èra spaziale, esaminarono la reliquia. Infatti, Science News riferiva:
“Quattro metri e mezzo di lino custoditi sopra un altare della cattedrale di Torino sono forse oggetto di più precisi studi scientifici di qualsiasi altra reliquia religiosa”.
Anche prima che venissero pubblicati i risultati ottenuti dagli scienziati, libri e giornali definirono la sindone come:
● “Una prova dell’esistenza di Dio”
● “Il Quinto Vangelo scritto col sangue”
● “Una letterale ‘istantanea’ della risurrezione”
● “La fotografia di Cristo”
A quale cristiano non piacerebbe conoscere l’aspetto fisico di Gesù? Pensare che esista, come affermano alcuni, la prova tangibile della risurrezione è senz’altro causa di emozione. D’altra parte, come vi sentireste se fosse dimostrato che la sindone è un falso? Che inganno! Richiamando tanta attenzione, potrebbe sviare le persone, distogliendole da cose più importanti?
Non vorreste conoscere tutti i fatti? Che effetto dovrebbe avere questa reliquia su di voi come cristiani?
Prima esaminiamo perché la sindone causa eccitazione fra tanti scienziati.
Perché tanta eccitazione?
La tessitura a spina di pesce del panno era comune in Palestina all’epoca di Cristo, e il polline trovato su di esso appartiene a piante che un tempo crescevano in quel paese. Che del lino del tempo di Gesù sia stato conservato non è nulla di straordinario, poiché esistono ancora panni di lino di epoca anteriore. Ciò che rende ineguagliabile questo panno è l’immagine che vi è impressa.
Nel 1898, quando la sindone fu fotografata per la prima volta, accadde qualcosa di completamente inaspettato che richiamò l’attenzione degli scienziati. Sviluppate le foto, si scoprì che in realtà l’immagine era un negativo. (In fotografia il negativo è ciò che si vede sulla pellicola sviluppata dove i toni chiari e scuri sono invertiti). I deboli segni della sindone diventavano più nitidi nei negativi. Rivelavano con eccezionale precisione la figura intera di un uomo.
Nei polsi e nei piedi c’erano segni come se fossero stati trafitti. Si videro pure una grande macchia di sangue nella parte destra del torace e numerosi segni di ferite simili a quelle lasciate dalle palline di piombo dei flagelli romani usati al tempo di Cristo. Si notarono macchie di sangue sopra la testa, il che fece pensare una corona di spine.
L’enigma più grande è come si sia formata l’immagine. I recenti esami non hanno trovato nessuna traccia di pigmento usato durante il medioevo, quando la sindone fece la sua prima comparsa documentata. Con l’uso di potenti microscopi si è scoperto che l’immagine è formata di minuscoli “granuli che vanno dal giallo-rosso all’arancione” posati sopra il tessuto. Qualunque cosa producesse l’immagine, non penetrò nel panno. Evidentemente, secondo Ian Wilson, un esperto in materia, “pare sia stato un processo ‘a secco’, prodotto da qualche forza fisica che ha reagito con le fibre superficiali della Sindone, per cui i granuli si sono formati per così dire dalle fibre stesse”.
La teoria più recente, secondo Ray Rogers, esperto in chimica fisica e in materia di sindone, è che l’immagine “fu formata da un’esplosione di energia radiante”. Alcuni ritengono che questo avvenne alla risurrezione di Gesù. Ad ogni modo, sono tutti convinti?
Perché alcuni nutrono seri dubbi
Alcuni seri studiosi della Bibbia dubitano dell’autenticità della sindone alla luce del racconto scritturale. Le Scritture fanno pensare che quando Gesù fu sepolto le condizioni erano contrarie a ciò che si vede sulla sindone. Perché la sindone fosse autentica, avrebbero dovuto esistere due condizioni quando si formò l’immagine: (1) il corpo non poteva essere stato lavato, poiché le macchie di sangue sono chiaramente visibili, e (2) il lenzuolo di lino avrebbe dovuto essere steso morbidamente sul corpo non premuto contro di esso. “Le figure [della sindone] non avrebbero potuto essere prodotte col semplice contatto del lino con la carne umana”, afferma Edward Wuenschel, sostenitore della sindone. Egli aggiunge: “Tale contatto avrebbe causato una considerevole deformazione, mentre la figura di questa sindone non presenta che poca o nessuna deformazione”.
I racconti della sepoltura di Gesù che troviamo in Matteo (27:59, 60), Marco (15:46) e Luca (23:53) sono brevissimi. Ma dicono tutti che il corpo fu ‘avvolto’ in “lino fine”. Il corpo fu preparato così in fretta da non essere prima lavato? Sarebbe stato molto strano da parte di ebrei. Perché? Lo storico giudeo contemporaneo Giuseppe Flavio dice che, a differenza di alcuni loro nemici, “i giudei prestavano molta attenzione alla sepoltura degli uomini”.
L’apostolo Giovanni, che fu un testimone oculare, aggiunge alcuni particolari comprovanti che fu prestata “molta attenzione” al corpo di Gesù prima della sepoltura. Egli narra:
“[Giuseppe di Arimatea] venne e tolse il suo corpo. Nicodemo . . . pure venne portando un rotolo di mirra e aloe di circa cento libbre. E preso il corpo di Gesù, lo legarono in bende con gli aromi, come i giudei hanno l’usanza di preparare per la sepoltura”. — Giov. 19:38-40.
Qual era l’“usanza” dei giudei nel preparare per la sepoltura? Praticamente l’unica testimonianza contemporanea è quella delle Scritture Greche. Esse mostrano che il corpo era prima lavato e poi cosparso di oli e aromi. (Atti 9:37; Matt. 26:12) Il fatto che Giuseppe e Nicodemo fecero uso di mirra, aloe e bende e “legarono” il corpo indica che avevano almeno cominciato a preparare il morto secondo l’usanza ebraica.
Anche antichi scritti ebraici non biblici indicano che era loro usanza lavare il corpo e poi cospargerlo di aromi ma non per preservare o imbalsamare il corpo come affermano alcuni; piuttosto, come dice il Talmud, “gli aromi servono per eliminare il cattivo odore”. Tale preparazione del cadavere non era proibita neppure di sabato; infatti la Mishnah (2° secolo E.V.) dice: “Possono preparare [di sabato] tutto ciò che occorre per il morto, e ungerlo e lavarlo”. — Shabbath 23:5.
Che i due uomini facessero il necessario per preparare il corpo per la sepoltura è indicato pure da ciò che fu trovato nella tomba vuota dopo la risurrezione di Gesù. Giovanni ci dice:
“[Pietro] vide le bende a giacere, e il panno che era stato sulla testa di lui, non a giacere con le bende, ma rotolato separatamente in un luogo”. (Giov. 20:6, 7)
Non si parla affatto del “lino fine” (greco: sindón), ma si fa riferimento alle “bende” (greco: otónia) e al “panno che era stato sulla testa di lui” (greco: soudárion). Può darsi che il panno di “lino fine” fosse stato strappato facendone delle strisce, cioè le “bende”. Tutte queste dovettero essere avvolte attorno al corpo. Ad ogni modo, se le cose stanno così, le bende avrebbero tenuto la sindone vicino al corpo, producendo una “impronta da contatto” e non la proiezione ortogonale dell’immagine che si vede sulla sindone. Se le bende fossero state sotto la sindone, avrebbero similmente deformato l’immagine.
Vien detto che “sulla testa di lui” c’era un panno separato, e questo sta a indicare che la testa era coperta da un diverso pezzo di stoffa, mentre la sindone mostra chiaramente l’immagine della testa sullo stesso panno che copriva il corpo. Tuttavia, alcuni vorrebbero sostenere che questo panno per la testa sia in effetti la sindone. Ad ogni modo questa parola greca è tradotta in vari modi: “tovagliolo” (Authorized Version) oppure “fazzoletto” (Versione di Martini) e in Luca 19:20 si riferisce a un pezzo di stoffa in cui si ripone del denaro. Com’è possibile che fosse la sindone, che è lunga quattro metri e trenta centimetri? Altri pensano che questo panno per la testa fosse un sottogola per tenere ferma la bocca del cadavere. In tal caso, questo vorrebbe dire che Giovanni non menziona la sindone tra le cose nella tomba vuota. Dato che egli menziona specificamente le “bende” e il ‘panno per la testa’, non avrebbe probabilmente menzionato anche il panno di “lino fine”, o sindone, se ci fosse stato?
Il racconto delle Scritture fa pensare che il corpo fu lavato e cosparso di mirra e aloe secondo l’usanza ebraica. Tutto fu fatto eccetto l’unzione con olio e aromi, ciò che le donne intendevano fare la successiva domenica mattina. (Luca 23:55, 56; Mar. 16:1) Tali preparativi avrebbero reso impossibile l’immagine che compare sulla sindone. Riguardo al racconto biblico, Rodney Hoare, sostenitore della sindone, ammette:
“Questo brano di S. Giovanni è stato per anni il principale argomento per contestare l’autenticità della Sindone, ed è un argomento validissimo”. — The Testimony of the Shroud, pag. 120.
Insolito silenzio dei primi scrittori cristiani
Se il lenzuolo funebre di Gesù avesse avuto impressa la sua immagine, non vi pare che sarebbe stata notata e sarebbe divenuta oggetto di discussione? Comunque, oltre ciò che dicono i Vangeli, il Nuovo Testamento tace nel modo più assoluto per quanto riguarda il lenzuolo funebre.
Persino gli scrittori del terzo e quarto secolo che si professavano cristiani, molti dei quali menzionarono una moltitudine di cosiddetti miracoli avvenuti in relazione a numerose reliquie, non menzionano l’esistenza di una sindone contenente l’immagine di Gesù. Alcuni affermano che la sindone fu tenuta nascosta durante tutti quegli anni. E neppure dopo la “scoperta” della presunta sindone di Gesù, secondo gli scrittori del settimo secolo, è menzionata alcuna immagine su di essa. P. A. Beecher, sostenitore della sindone, elenca un considerevole numero di persone che videro la sindone fra il settimo e il tredicesimo secolo, uno che perfino “la baciò”, eppure nemmeno uno menziona l’immagine. È difficile da capire, dato che coloro che la videro nel XV e nel XVI secolo, secondo l’erudito gesuita Herbert Thurston, “definiscono i segni impressi sulla sindone così nitidi e dai colori così vivi che avrebbero potuto essere stati prodotti da poco”.
Solo nel 1205 un soldato francese, Robert de Clari, avrebbe visto “la sindone in cui fu avvolto nostro Signore . . . tesa verticalmente così che si poteva facilmente vedere la figura del nostro Salvatore”. Riguardo a questo lungo periodo di silenzio, Ian Wilson, sostenitore della sindone, fa alcune domande molto penetranti:
“Come sarebbe stato possibile che un panno così interessante come la Sindone di Torino, qualora fosse autentico, non venisse mai menzionato per tredici secoli, per poi comparire all’improvviso nella Francia del quattordicesimo secolo?
“Avrebbe potuto rimanere nascosto per tutto il tempo, a causa della persecuzione dei cristiani da parte degli ebrei e dei romani, seguita dal pericolo corso da tutti gli oggetti contenenti immagini durante il periodo della controversia iconoclastica (725-842)? È molto improbabile.
“Passarono quattrocento anni dalla conversione di Costantino il Grande all’inizio dell’iconoclastia, e durante questo periodo vennero alla luce molte reliquie precedentemente ‘nascoste’, tra cui la vera croce intera, la corona di spine, i chiodi, il manto di porpora, la canna, la pietra del sepolcro e molte altre. C’era ampia opportunità perché un’importante e inequivocabile reliquia come la Sindone di Torino venisse alla luce. Tuttavia non c’è nessuna menzione che questo avvenisse”.
Non si può fare a meno di chiedere, dato il significato di questa reliquia, perché ci vollero quasi 1.200 anni prima che l’immagine impressa su di essa venisse menzionata.
Problemi scientifici e storici
Il modo in cui si formò l’immagine è stato oggetto di molte teorie. La maggioranza degli scienziati conviene che, in base alle ultime scoperte, l’intera immagine fu prodotta dalla stessa causa, forse da qualche procedimento a caldo che l’avrebbe bruciacchiata.
Questa conclusione scientifica presenta alcuni problemi, poiché indica che il segno lasciato sulla sindone dovrebbe essere essenzialmente di un colore, ma di intensità variabile. Tuttavia coloro che la videro nel XVI secolo indicarono che era formata di due diversi colori. Non solo le riproduzioni artistiche dell’epoca indicano che era di più colori, ma uno che la vide, un certo Chifflet, disse:
“La figura della sindone di Torino non rivela altro che macchie di color rosso cupo, . . . i segni delle ferite sembrano dipinti sopra l’impronta del corpo, che è di color giallo pallido”.
Ci si può chiedere se la sindone di oggi non sia la stessa che fu esposta nel XIV secolo e definita un falso dal vescovo cattolico di allora, Henry de Troyes (Francia), e della quale fu detto che era stata “dipinta ad arte”. Joseph Hanlon, scrivendo nel New Scientist, menziona un’interessante possibilità:
“È possibile che ci sia stata una doppia contraffazione, una nel XIV secolo e un’altra nel secolo scorso? La sindone fu esposta estesamente nel XV e nel XVI secolo, ma non dopo. È possibile che la prima contraffazione risultasse troppo ovvia? . . . Può darsi che i proprietari della sindone abbiano fatto un lavoro migliore in quell’epoca, servendosi della moderna tecnologia e della conoscenza medica, incluse prove come quella di Barbet, e usando lino antico del medio oriente? È possibile che appositamente a questo scopo sia stata fatta una statua, riscaldata per lasciare un’impronta sulla stoffa, e poi distrutta? . . . Ad ogni modo, ci sono state varie sofisticate frodi archeologiche in epoca vittoriana, per cui non possiamo ignorare questa possibilità”.
Altri hanno avanzato l’ipotesi che sia stato cosparso un miscuglio di mirra e aloe su un bassorilievo (una rappresentazione scultorea tridimensionale) per produrre un’immagine simile. Tuttavia, Adam Otterbein, presidente dell’Associazione della Sacra Sindone, ha concluso: “Come si sia formata l’immagine potrebbe restare un mistero sino alla fine dei secoli. . . . C’è da dubitare che la scienza sia mai in grado di dimostrare come avvenne”.
Influisce sulla vostra fede?
Ovviamente, le discussioni sulla sindone dureranno per un po’. Ma vi pare che questo sia il modo in cui Dio darebbe la prova della risurrezione di suo Figlio? Come si convinsero le persone del primo secolo? Invece di affidarsi al panno in cui fu avvolto un morto, Geova ritenne opportuno che oltre 500 testimoni oculari confermassero che il Cristo era risorto. (I Cor. 15:3-8) Di fronte a simili prove, il lenzuolo funebre è di scarsa importanza.
Facendo tanta pubblicità alla sindone, anche se fosse autentica, non si potrebbe adombrare questa vera prova della risurrezione? Potrebbe indurre le persone a riporre la propria fede in un pezzo di stoffa? Anche John Jackson, sostenitore dell’autenticità della sindone, ha detto:
“Ma se qualcuno basasse completamente la propria fede su un eccezionale pezzo di stoffa, sarebbe in effetti una forma di idolatria”. — The Catholic Digest, aprile 1979.
Il fascino della sindone potrebbe facilmente trarre qualcuno in inganno. Ma l’interesse per la sindone susciterebbe vera fede? Ci aiuterà a ‘camminare per fede, non per visione’? (II Cor. 5:7) E se fosse dimostrato che è un falso? Perdereste la vostra fede nella risurrezione o nutrireste come minimo qualche dubbio? Se la sindone è per voi causa di eccitazione, perché lo è? La vostra fede ha bisogno di un sostegno come questo? Potrebbe in realtà dimostrarsi un debole appiglio? Sono domande importanti che ogni cristiano fa bene a prendere in esame.
Sebbene viviamo in un’epoca in cui la gente ama ciò che è spettacolare, quante volte questo ha distolto l’attenzione dalle cose più importanti. Per esempio, Franco Barbero, un sacerdote cattolico, ha osservato: “Mi domando che cosa sarebbe della chiesa che è in Torino se tutte le energie convogliate e profuse per questa iniziativa fossero concentrate nella predicazione della Parola!”(Il corsivo è nostro)
Sì, la “predicazione della Parola”, non l’esposizione di reliquie, edificherà vera fede. Susciterà inoltre una speranza sicura che “non conduce alla delusione”. (Rom. 5:5) Questa speranza ci assicura che lo Stesso che risuscitò Gesù agirà di nuovo, non mandando un pezzo di stoffa a sbalordire il mondo, ma impiegando il suo glorificato Figlio per porre fine a un mondo corrotto privo di vera fede. Nello stesso tempo libererà le persone di sincera fede introducendole in un nuovo ordine di giustizia. — II Piet. 3:13.
[Nota in calce]
Tale unzione non avrebbe richiesto di togliere i panni funebri, poiché avrebbero semplicemente potuto versare gli oli profumati sopra il corpo. (Vedi Marco 14:3, 8; ciò mostra che Gesù quando era ancora vivo, fu “unto” per la sepoltura, tuttavia la donna si limitò a ‘versare olio sulla sua testa’).
[Modificato da pino.12 31/03/2013 20:05]
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