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Le tenebre alla morte di Gesù: “Certamente questo era il Figlio di Dio”.

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2012 21:02
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01/05/2012 21:12


Come dato primario sono i vangeli di Matteo, Marco e Luca che ci informano dell’avvenuto oscuramento del sole e che in seguito ci fu un terremoto alla morte di Gesù avvnuta il 33 E.V.;. Ma vi sono delle notizie extrabibliche che ci dicono che questo fenomeno si manifestò realmente? Esaminiamole.

Dal Vangelo di Matteo 27:45-54: “Dalla sesta ora caddero le tenebre su tutto il paese, fino alla nona ora. 46 Verso la nona ora Gesù chiamò ad alta voce, dicendo: “Elì, Elì, lamà sabachthàni?” cioè: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” 47 Udito ciò, alcuni di quelli che stavano là dicevano: “Quest’[uomo] chiama Elia”. 48 E immediatamente uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di vino acido, e la pose su una canna e andò a dargli da bere. 49 Ma gli altri dissero: “Lascia[lo] stare! Vediamo se Elia viene a salvarlo”. [[Un altro uomo prese una lancia e gli trafisse il fianco, e ne uscirono sangue e acqua.]] 50 Di nuovo Gesù gridò ad alta voce e rese il [suo] spirito.
51 Ed ecco, la cortina del santuario si squarciò in due, da cima a fondo, e la terra tremò, e i massi di roccia si spaccarono. 52 E le tombe commemorative si aprirono e molti corpi dei santi che si erano addormentati furono levati 53 (e delle persone, uscendo di mezzo alle tombe commemorative dopo che egli era stato levato, entrarono nella città santa) e divennero visibili a molti. 54 Ma l’ufficiale dell’esercito e quelli che facevano con lui la guardia a Gesù, quando videro il terremoto e le cose accadute, provarono moltissimo timore e dissero: “Certamente questo era il Figlio di Dio”.

Dal vangelo secondo Marco 15:33 si legge: “Quando venne la sesta ora, le tenebre scesero su tutto il paese fino alla nona ora”.

Dal vangelo secondo Luca: “Ed ora era circa la sesta ora, eppure le tenebre scesero su tutta la terra fino alla nona ora, 45 perché la luce del sole venne a mancare; quindi la cortina del santuario si squarciò nel mezzo”.

Non fu un eclissi. - Le eclissi solari si verificano solo nel periodo della luna nuova, non quando la luna è piena, come al tempo della Pasqua. Le tenebre che scesero il giorno della morte di Gesù furono un miracolo compiuto da Dio.
Questo periodo di buio di tre ore, da mezzogiorno circa fino alle tre del pomeriggio, un evento straordinario.
Innanzi tutto l’eclissi solare in un punto specifico della terra può durare al massimo circa sette minuti e mezzo. Inoltre Gesù morì il 14° giorno del mese lunare di Nisan. Il primo giorno di questo mese coincide con la luna nuova, momento in cui la luna, situata fra la terra e il sole, potrebbe dar luogo a un’eclissi. Quando si giunge al 14° giorno di Nisan, la luna ha già completato metà della sua orbita ed è la terra a frapporsi tra il sole e la luna. A questo punto la luna non oscura la luce solare ma anzi la riflette pienamente. È luna piena.

Cosa ci dice la storia.

L’unica fonte accreditata ci viene da un certo Thallos vissuto nel 1° sec. d.C. e i suoi scritti risalgono intorno al 52 d.C. Ma cosa si sa di questo storico? All’interno di una sua Cronaca in lingua greca, uno storico di nome Tallo (Thallos) ha lasciato menzione di un fatto concernente il giorno della morte di Gesù: l’oscuramento del cielo. Purtroppo l'opera è andata perduta, ma la citazione del passo che riguardava Gesù era stata inserita nella Chronographia di Sesto Giulio Africano. Questo scrittore, vissuto tra la fine del secondo e il primo quarantennio del III secolo, è noto come progettista della biblioteca imperiale di Settimio Severo; anche la sua opera, però, una storia universale dalle origini ad Eliogabalo, è andata perduta. Fortunatamente alcune parti dell'opera sua sono state citate attorno all'anno 800 da un altro storico bizantino, Giorgio Sincello. La sua opera si intitola Ecloga chronographica, una storia universale che copriva gli anni dalla creazione del mondo fino al regno di Diocleziano. E così, ricordate da Sesto Giulio Africano e ricopiate da Giorgio Sincello, le parole di Tallo sono arrivate fino ai nostri giorni. Giorgio Sincello infatti asserisce di riportare un passo “tratto da Africano, riguardo agli eventi associati con la passione” di Gesù. Africano diceva, richiamando i Vangeli:
Una terribile oscurità si abbatté su tutto il mondo, le rocce furono spezzate da un terremoto e molti luoghi della Giudea e del territorio restante furono abbattuti. Tallo, nel terzo libro delle Storie, definisce questa oscurità come eclissi del sole, a mio parere irragionevolmente”.
È un peccato che l'opera di Tallo sia perduta; ma l'abituale affidabilità di Giulio Africano induce a pensare che la sua citazione sia veritiera.
La datazione della sua opera agli anni ’50 del I secolo è incerta, perché basata sulla congetturale identificazione di Tallo con il samaritano citato da Flavio Giuseppe, e sull’idea che egli sia vissuto poco dopo il 52 (se si accetta una delle due correzioni del passo di Eusebio). Nell’ipotesi meno ottimistica, Tallo avrebbe potuto essere uno storico non samaritano, vissuto in un periodo indefinito tra la morte di Gesù (che egli conosce) e il 180 (quando viene citato per la prima volta da altri scrittori). La notizia di Tallo rimane importante, ma non è dimostrabile che si tratti della testimonianza extracristiana più antica, come talora si è affermato.
Africano cita anche il cronista del II secolo Flegonte di Tralles (prima metà II secolo) fu uno storico greco dell'Impero romano: "Flegonte racconta che sotto l'impero di Tiberio Cesare si era verificata un'eclisse solare totale in una data di plenilunio dalla sesta alla nona ora".
L’apocrifo neotestamentario, Gli Atti di Pilato 11,2, contiene un’altra testimonianza di questo disaccordo, in quanto Thallos lo definisce un fenomeno naturale, ma non lo è per le ragioni dette supra: “Pilato mandò un inviato agli ebrei e disse loro: avete visto che cosa è successo? Ma essi risposero: “C’è stata una normale eclissi di sole”.

Da Giuseppe Ricciotti, "Vita di Gesù Cristo"
Il crocifisso declinava rapidamente. Attorno a lui, all'improv­viso, cominciò a declinare anche la luce solare: dall'ora sesta si fece tenebra su tutta la terra fino all'ora nona (Matteo, 27, 45), ossia dal mezzogiorno alle tre pomeridiane. L'espressione tutta la terra designa qui la Giudea, come altre volte nella Bibbia ebraica. In che maniera avvenisse questo oscuramento del giorno, non è detto: certamente non fu un'eclisse solare, la quale non può avvenire du­rante il plenilunio in cui allora si stava. Ciò era già stato osservato nell'antichità da Origene, Girolamo e Giovanni Crisostomo; è vero che lo pseudo Dionigi Areopagita narrò d'aver assistito egli stesso in Eliopoli all'oscuramento di tutto il mondo per la morte di Gesù, e spiegò quell'oscuramento con un moto anormale della luna che avreli­be retroceduto per collocarsi davanti al sole (Epist. vii, ad Polycar­pum); ma la sua narrazione è pura fantasia, perché oggi è assicurato che questo ignoto autore non ha scritto prima del secolo v, e la sua spiegazione ha il torto di non conoscere le sensate osservazioni dei precedenti scrittori accennati.Lo pseudo san Dionisio Areopagita afferma che « alla vista dell'insolita eclissi e del terremoto, che vide accadere dove egli si trovava, esclamò: " Oggi, o l'Autor della natura patisce, o la macchina del mondo si dissolve: aut auctor naturae patitur, aut mundi macchina dissolvitur " ». Anche l'eclisse segnalata da Flegone, liberto d'Adriano, e ricordata da qualche Padre (Origene, Contra Celsum, II, 33), sarebbe avvenuta l'anno 32, e quindi non può entrare in discussione. Senza dubbio gli evangelisti intendono questo oscu­ramento come un fatto miracoloso avvenuto per la morte di Gesù,in corrispondenza con i segni miracolosi che avevano accompagnato la sua nascita: ma se l'oscuramento fosse prodotto da densa nuvolaglia che intercettasse la luce o in altra maniera, non è possibile dire. In quell'oscurità della natura fisica Gesù si andò man mano spegnen­do in una agonia durata circa tre ore sulla quale gli evangelisti sten­dono un velo di riverente mistero. Il corpo perdeva incessantemente sangue e forza vitale attraverso gli squarci delle mani e dei piedi e attraverso le vaste lacerazioni prodotte dalla flagellazione: il capo era crivellato dalle punture delle spine; nessun muscolo trovava ripo­so nella posizione sulla croce. I tormenti si accavallavano e s’accre­scevano sempre più atroci, senza un istante di requie. In quel tenebroso oceano di spasimi solo la più alta vetta dell'anima era serena, sublimata nella contemplazione del Padre. L'agonizzante era in silenzio.


Si può considerare quindi attendibile la citazione di thallos e che quest’ultimo era a conoscenza sia della morte di Gesù che dell’evento straordinario dell’oscurità.
[Modificato da pino.12 08/05/2012 21:02]
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