Nel vangelo di Matteo, scritto in greco, al capitolo 1:25 leg-giamo: “Non Ebbe rapporti con lei, finchè partorì un figlio; e gli mise nome Gesù”. Questo è il l’inizio di una fa-miglia, del I° secolo dell’era Volgare, all’interno della quale avviene un qualcosa di pro-digioso: la nascita del Figlio di Dio, Gesù. Egli viene allevato ed educato nella fede giudaica e ciò lo si deduce del fatto che i genitori, Maria e Giuseppe, portavano il figlioletto di anno in anno al tempio di Gerusa-lemme.- Luca 2:41.
La storia della fanciullezza di Gesù, finisce qui, in quanto i Vangeli non forniscono altre informazioni, sino a quando Gesù non comparirà adulto e si presenterà in pubblico come il Messia annunciato dai profeti. In un occasione, mentre stava predicando alle folle, alcuni dei presenti lo riconoscono e dicono: “Da dove viene mai a costui questa sapienza e questi miracoli? Ma non è egli il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi”? - Matteo 13:55; Atti 1:14; Galati 1:19. E’ chiaro che in questo caso le persone stavano identificando la famiglia di Gesù composta da Giuseppe, Maria e dai rispettivi figli e figlie carnali. E ancora Marco 3:31-35 ci rivela la famiglia propria di Gesù: “ Ecco tua madre e i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori che ti cercano”. Come potrebbero essere scambiati per parenti in generale o addirittura per cu-gini?* In questi casi menzionati, la parola “fratello” e “sorella” è chiaramente identificata con i fratelli, o per meglio dire fratellastri di Gesù, consan-guinei. Nelle scritture Greche Cristiane i termini fratelli non vengono mai confusi con cu-gini. Infatti in Colossesi 4:10 ci viene detto che “Marco” è “cugino di Barnaba”. Che poi i famosi fratelli di cui tanto si parla vengono considerati cugini, è totalmente campata in aria. A sostegno di questa ipotesi si avanza il presupposto che nella lingua aramaica esisteva un solo termine per indicare i fratelli ed i cugini, ma la spiegazione non regge: il testo originale dei Vangeli non è aramaico, ma greco; il termine usato è adelfòs, che significa inequivocabilmente fratello, e non cugino. In con-clusione si può dire che: nel contesto evangelico e storico, i termini “fratello” e “sorella” non vengono usati a caso per menzionare qualcosa di diver-so da fratello e sorella. Le spe-culazioni che vantano alcuni teologi nel sostenere le loro proprio tesi non trovano adito nelle Scritture. Qualunque let-tore dei testi sacri, leggendo nei contesti citati e altri, com-prende facilmente e senza om-bra di dubbio che Giuseppe e Maria avevano una famiglia numerosa!
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* L’affermazione che “fratello” (adelfòs) qui significhi “cugino” (anepsiòs) è una teoria infondata, attribuita a Girolamo, e non anteriore al 383 E.V. Non solo Girolamo non cita prove a sostegno della sua nuova ipotesi, ma in scritti successivi è titubante ed esprime dubbi sulla sua “teoria dei cugini”. J. B. Lightfoot affermò: “S. Girolamo non invocava alcuna autorità tradizionale a sostegno della sua teoria, e perciò l’evidenza a suo favore va ricercata nella Scrittura soltanto. Ho esaminato l’evidenza scritturale, e . . . tutte le difficoltà . . . più che controbilanciano gli argomenti secondari a suo favore, e infatti devono indurre a respingerla”. — St. Paul’s Epistle to the Galatians, Londra, 1874, p. 258.
Cugino, greco = Anepsiòs
Discepoli, “ = Mathetài
Fratello, “ = Adelfòs
Parenti, “ = Sugghenòn
Sorella, “ = Adelfai]
[Modificato da pino.12 15/04/2012 20:15]