Ecco il testo greco di Filippesi 2:6 con la (giusta) traduzione:
“hos en morfei theou huparchon ouch harpagmon hegesato to einai isa theoi”, alla lettera:
“che, in forma di Dio esistente, non reputò rapina l' essere uguale a Dio”. E' esattamente la traduzione del cattolico Nuovo Testamento interlineare P. Beretta relativamente al testo greco letterale!
Innanzitutto, qui abbiamo due sostantivi che particolarment ci interessano: il primo è morphè, che secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, a pagina 424, significa “forma, figura, aspetto visibile”.
Il secondo è il sostantivo harpagmos, che secondo il cattolicissimo Vocabolario del Nuovo Testamento greco italiano G. Vigini significa “appropriazione indebita !” (sempre secondo lo stesso Dizionario, il relativo verbo harpazo significa “prendere con la forza, portare via, impadronirsi”) , e che secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, a pagina 414, significa “rapina” (sempre secondo lo stesso Dizionario, il relativo verbo harpazo significa “rapinare, sottrarre”).
Il verbo harpazo ha 14 ricorrenze neotestamentarie, e significa “impadronirsi di qualcosa, rubare, portare via con violenza, asportare”. Non ha mai la forza stativa dell' afferrare qualcosa che già si possiede.... Facendo un' attenta analisi lessicale, si evince che non c' è una singola parola che deriva da harpazo, che sia usata per suggerire l' idea di tener stretto qualcosa che già si possiede. L' idea di conservare qualcosa di qualcuno sembra esattamente il significato opposto delle parole derivate da harpazo....
morfei theou indica la condizione spirituale del Cristo preesistente, dato che Dio è “spirito”, il Cristo preesistente era “spirito” come “spirito” sono gli angeli. L' espressione “nella forma di Dio” con l' uso del sostantivo morphè non è sufficiente a dare a Gesù un' eguaglianza “ontologica” con il “solo vero Dio”, Gv. 17:3 (che infatti Egli non “rapina”) , tanto da farne ”Dio il Figlio, la Seconda Persona dell' Essere Divino”, la Trinità consostanziale. L' espressione paolina ispirata di Filippesi 2:6 non approda in alcun modo a questa formulazione!
Il ragionamento paolino non verte sulla “natura divina” (Paolo avrebbe usato il sostantivo physis...), quindi sull' eguaglianza “ontologica”: non si parla di “natura” ma di “forma, aspetto, condizione spirituale” preesistente e di “rango”, di “posizione” nella gerarchia celeste.
Filippesi 2:10-11 non è l' applicazione di Isaia 45:23 al Cristo. Qui l' applicazione di “ogni ginocchio che si piega al Cristo e di ogni lingua che confessa che Gesù Cristo è Signore” è finalizzata alla salvezza (confronta Romani 10:9). Isaia 45:23 trova invece la sua applicazione in Romani 14:10-12 e al giudizio davanti al Tribunale di Dio!
Gli ascoltatori di Radio Maria potranno verificare direttamente dalla loro Bibbia!!
altre traduzioni:
1869: “il quale, essendo nella forma di Dio, non considerò l’uguaglianza con Dio come una cosa da afferrare”. The New Testament, di G. R. Noyes.
1965: “Egli — vera natura divina! — non si fece mai uguale a Dio confidando in se stesso”. Das Neue Testament, ed. riveduta, di Friedrich Pfäfflin.
1968: “il quale, pur essendo in forma di Dio, non ritenne come cosa da far propria avidamente l’essere uguale a Dio”. La Bibbia Concordata.
1976: “Egli ebbe sempre la natura di Dio, ma non pensò di dover cercare con la forza di divenire uguale a Dio”. Today’s English Version.
1985: “Il quale, essendo in forma di Dio, non considerò l’uguaglianza con Dio qualcosa da afferrare”. The New Jerusalem Bible.
1987: “il quale, benché esistesse nella forma di Dio, non prese in considerazione una rapina, cioè che dovesse essere uguale a Dio”. Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture.
[Modificato da pino.12 04/05/2012 20:46]