trinita: un insegnamento cristiano?
Nella Bibbia nessuna dottrina della trinità:
L'insegnamento di questa dottrina è estraneo al cristianesimo delle origini e non è insegnato dalle Scritture nè implicitamente nè esplicitamente.
Excursus storico
“Io e il Padre siamo uno”. — GIOVANNI 10:30.
Novaziano (ca. 200-258 E.V.) osservò: “Dato che Egli disse ‘una’ cosa,[] si permetta agli eretici di capire che Egli non disse ‘una’ persona. Poiché uno, al genere neutro, indica unità d’intenti, non unità delle persone. ... Per di più, che Egli dica uno è un’allusione all’accordo, all’identità di vedute e all’amorevole unione stessa, poiché ragionevolmente il Padre e il Figlio sono uno in quanto ad accordo, amore e affetto”. — De Trinitate, XXVII.
“Il Padre è maggiore di me”. — GIOVANNI 14:28.
Ireneo (ca. 130-200*E.V.): “[Si può] apprendere da Lui [Cristo] come il Padre sta al di sopra di tutte le cose: ‘Il Padre, dice [Cristo], è maggiore di me’ (Gv. 14, 28). Che il Padre sia superiore quanto a gnosi [conoscenza] l’annunciò nostro Signore”. — Contro le eresie, II, 28,8, trad. di V. Dellagiacoma, Cantagalli, Siena, 1984.
“Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. — GIOVANNI 17:3.
Clemente Alessandrino (ca. 150-215 E.V.): “Conoscere l’Iddio eterno, colui che dà ciò che è eterno, e mediante la conoscenza e l’intendimento possedere Dio, che è il primo, e l’eccelso, e uno, e buono. ... Chi vuole vivere la vera vita è tenuto prima a conoscere Colui ‘che nessuno conosce, a meno che il Figlio non (Lo) riveli’. (Matt. 11, 27) Poi deve imparare la grandezza del Salvatore dopo di Lui”. — Quis dives salvetur?, VII, VIII.
“Un solo Dio e Padre di tutti, che è sopra tutti e mediante tutti e in tutti”. — EFESINI 4:6.
Ireneo: “E così si manifesta il Padre che è sopra tutti e opera per mezzo e in mezzo a tutti ... Sopra tutte le cose è il Padre ed è il capo di Cristo”. —*Contro le eresie, cit., V, 18,2.
Questi scrittori dei primi secoli comprendevano chiaramente che questi versetti descrivono il Padre come l’Essere supremo, al di sopra di tutto e di tutti, Gesù Cristo incluso. Le loro parole non lasciano minimamente intendere che credessero in una Trinità.
Come è nata la dottrina della Trinità?
The New Encyclopædia Britannica (1976) dice: “Né la parola Trinità, né l’esplicita dottrina in quanto tale, compare nel Nuovo Testamento, e neppure Gesù e i suoi seguaci intendevano contraddire lo Shema del Vecchio Testamento: ‘Ascolta, o Israele: Il Signore nostro Dio è un unico Signore’ (Deut. 6:4). ... La dottrina si sviluppò a poco a poco nel corso di diversi secoli e attraverso molte dispute. ... entro la fine del IV secolo ... la dottrina della Trinità assunse sostanzialmente la forma che ha poi sempre conservato”. — Micropædia, Vol. X, p. 126.
Un’enciclopedia cattolica afferma: “Prima della fine del IV secolo la formula ‘un Dio in tre persone’ non era solidamente attestata, e certo non era stata completamente assimilata dalla vita cristiana e dalla sua professione di fede. Ma è esattamente questa formulazione che vanta per prima il titolo di dogma trinitario. Fra i Padri Apostolici, non c’è stato nulla che si avvicinasse sia pure remotamente a una tale mentalità o veduta”. — New Catholic Encyclopedia (1967), Vol. XIV, p. 299.
Nell’Encyclopedia Americana (1956) si legge: “Il cristianesimo è derivato dal giudaismo e il giudaismo era rigidamente unitariano [credeva cioè che Dio è una persona sola]. La strada che portò da Gerusalemme a Nicea può difficilmente dirsi diritta. Il trinitarismo del IV secolo non rispecchiava accuratamente il primitivo insegnamento cristiano circa la natura di Dio; al contrario, rappresentava una deviazione da tale insegnamento”. — Vol. XXVII, p. 294L.
Secondo il Nouveau Dictionnaire Universel, “la trinità platonica, di per sé solo una ristrutturazione di trinità precedenti che risalivano a popoli più antichi, sembra essere la razionale e filosofica trinità di attributi che diede origine alle tre ipostasi o persone divine che le chiese cristiane hanno insegnato. ... Questa concezione della trinità divina che il filosofo greco [Platone, IV secolo a.E.V.] aveva ... si può rintracciare in tutte le antiche religioni [pagane]”. — A cura di M. Lachâtre, Parigi, 1865-1870, Vol. 2, p. 1467.
Nel suo Dizionario Biblico il gesuita John L. McKenzie dice: “La trinità delle persone all’interno dell’unità di natura è definita in termini di ‘persona’ e ‘natura’, che sono termini filosofici greci; essi infatti non appaiono nella Bibbia. Le definizioni trinitarie sorsero come risultato di lunghe controversie nelle quali questi termini, e altri come ‘essenza’ e ‘sostanza’, furono erroneamente applicati a Dio da alcuni teologi”. — Cittadella Editrice, 1973, trad. di Filippo Gentiloni Silveri, p. 1009.
Cosa insegnavano i Padri preniceni
I PADRI preniceni sono riconosciuti come importanti maestri religiosi dei primi secoli dopo Cristo. Ciò che insegnavano è interessante.
Citazione:
Giustino Martire, morto verso il 165 E.V., definiva il Gesù preumano un angelo creato, “diverso dall’Iddio che fece tutte le cose”. Diceva che Gesù era inferiore a Dio e che “non faceva mai nulla all’infuori di ciò che il Creatore . . . voleva che egli facesse e dicesse”.
Ireneo, morto verso il 200 E.V., sosteneva che il Gesù preumano aveva un’esistenza separata da Dio ed era inferiore a lui. Spiegava che Gesù non era uguale al “solo vero Dio”, il quale regna “supremo su tutti e oltre al quale non c’è nessuno”.
Clemente Alessandrino, morto verso il 215 E.V., chiamava Dio “l’increato, imperituro e unico vero Dio”. Diceva che il Figlio “veniva dopo il solo onnipotente Padre”, ma non era uguale a lui.
Tertulliano, morto verso il 230 E.V., insegnava la supremazia di Dio, dicendo: “Il Padre è diverso dal Figlio (un altro), in quanto è maggiore; come colui che genera è diverso dal generato; colui che invia è diverso dall’inviato”. E aggiunse: “Ci fu un tempo in cui il Figlio non era. . . . Prima di tutte le cose, Dio era solo”.
Ippolito, morto verso il 235 E.V., diceva che Dio era “l’unico Dio, il primo e il Solo, il Fattore e Signore di tutto”, al quale “nulla è coevo [di uguale età] . . . Ma era Uno ed era solo; il quale, volendolo, portò all’esistenza ciò che prima non esisteva”, come il creato Gesù nella sua vita preumana.
Origene, morto verso il 250 E.V., diceva che “il Padre e il Figlio sono due sostanze . . . due rispetto alla loro essenza”, e che “in paragone col Padre, [il Figlio] è una luce molto piccola”.
Riassumendo le testimonianze storiche, Alvan Lamson, dalla cui opera sono tratte le summenzionate citazioni dei Padri preniceni, scrisse: “L’attuale diffusa dottrina della Trinità . . . non trae alcun sostegno dal linguaggio di Giustino [Martire]: e questa osservazione può essere estesa a tutti i Padri preniceni, cioè a tutti gli scrittori cristiani dei primi tre secoli dopo la morte di Cristo. È vero che parlano di Padre, Figlio e Spirito santo . . ., ma non dicono che sono coeguali, che sono un’unica essenza, che sono Tre in Uno, in nessuno dei significati oggi accettati dai trinitari. È vero l’esatto contrario”. — The Church of the First Three Centuries, Boston 1869, pp. 56, 57.
[Modificato da pino.12 05/05/2012 21:41]