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pubblicazione QM 1963

Ultimo Aggiornamento: 29/01/2012 13:17
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29/01/2012 13:16

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ADORAZIONE: PURA E IMPURA LXIX STUDIO EVIDENZE DI ADORAZIONE IMPURA ANTERIORI AL DILUVIO L’adorazione pura e incontaminata deve esser tale dal punto di vista di Dio, Geova, che riceve ogni giusta adorazione, lode e servizio. (Giac. 1:27) L’adorazione contraria a questa è dunque religione impura, contaminata o falsa. La Bibbia ha tenuto aperto per secoli il sipario dei tempi antidiluviani, facendo all’uomo un autentico racconto di come l’adorazione impura s’introdusse nell’Eden. (Gen. 3:1-7) Vi sono inoltre narrati l’inaccettevole sacrificio dell’omicida Caino (Gen. 4:3-8), l’ipocrita ed errato uso del nome di Geova ai giorni di Enosh, che ebbe inizio verso il 3791 a.C. (Gen. 4:26), e infine la condanna divina della maggior parte del genere umano che era precipitato molto in basso nel baratro dell’immoralità al termine dell’èra antidiluviana dell’adorazione impura. – Ge. 6:5-7 Ad una conferenza di eminenti archeologi tenuta nel 1931 a Leida, in Olanda, furono disposti in ordine e stabiliti i nomi dei tre principali periodi culturali di tutte le città antidiluviane scavate nell’Iraq. Questi periodi furon chiamati coi nomi dei luoghi dove se ne scoprirono le tracce. Il primo è chiamato “Periodo di Al-Ubaid”, il secondo “Periodo di Uruk” e il terzo “Periodo di Jemdet Nasr”. Per convenienza raggruppiamo ulteriormente i periodi anteriori e posteriori al 3400 a.C. circa (data approssimativa dell’inizio della lavorazione del metallo nel tempo di Tubal-cain) fino all’inizio del “Periodo di Al-Ubaid” semplicemente come periodi prealubaidiani facciamo un breve riassunto riguardo alle evidenze archeologiche dell’adorazione impura. PERIODI PREALUBAIDIANI Ghassul: Mentre nel 1929 si facevano scavi in questa antidiluviana località palestinese, furono scoperti parecchi affreschi murali che decoravano evidentemente le facciate interne ed esterne delle case. Uno di questi affreschi mostra che i Ghassuliani adoravano una dea (in scarpe ricamate) e un dio, sul quale la prima aveva la precedenza. Gli abitanti di Ghassul credevano evidentemente anche alla prima menzogna di Satana: “Voi non morrete certamente” (Gen. 3:4), perché si trovarono tombe rivestite di pietra con ornamenti e vasi che al tempo della sepoltura contenevano del cibo. Arpachivah: in questa località fu scoperto un primitivo sacrario religioso intorno al quale erano notevolmente concentrati piccoli idoli, statuette, sia di uomini che di animali. Le statuette di uomini erano quasi tutte plastiche rappresentazioni di nudi, donne dipinte con infallibili indicazioni dell’approssimarsi al parto. Gerico: Nella località antidiluviana di questa città fu trovato un santuario religioso formato da un portico originalmente sorretto da sei pilastri di legno, una larga anticamera e una grande camera interna. Dentro e attorno a questo edificio non erano ordinato oggetti casalinghi, ma vi erano invece molte statuette di animali (pecore, mucche, capre, maiali), oltre a modellate rappresentazioni falliche. L’adorazione fallica era già ben nota in quest’epoca come indicano i resti di questo antico periodo rinvenuti a Magharet el-Wad di Palestina. E a Gerico si trovò una triade di statue scolpite che fa pensare che questi abitanti adorassero una trinità composta da un padre, una madre e un figlio. Eridu: Il dipartimento governativo delle antichità intraprese nel 1947 e nel 1948 gli scavi dei primitivi luoghi antidiluviani di Eridu. Le scoperte d’interesse religioso furono molte. Si scoprì un tempio preistorico con un piccolo santuario composto da un altare e una tavola per le offerte. Sin dal principio l’uomo, ispirato dai suoi dèi demonici, cominciò a edificare templi, molto tempo prima che vi fossero istruzioni scritte, impartite dal grande Dio del cielo perché fosse costruita una casa di adorazione. Similmente, in diretto contrasto col proposito originale di Dio secondo cui l’uomo era stato posto quale governante sopra gli animali, Satana indusse subito l’uomo ad adorare rappresentazioni di animali, indicanti l’inferiorità dell’uomo rispetto agli animali. (Gen. 1:26) Questo è mostrato chiaramente dalla scoperta di statuette di un dio “con la testa di lucertola”, adorato dagli abitanti di Eridu. Gli uomini di Eridu credevano inoltre alla superstiziosa dottrina dell’immortalità dell’anima e provvedevano a fornire cibo ai morti, nelle tombe rivestite di pietra scoperte in quella località. Gli abitanti di Eridu erano stati non soltanto ingannati in maniera da crede che l’anima umana vivesse dopo la morte ma essi credevano che anche gli animali avessero anime sopravviventi in un aldilà. Questo è rivelato dalla scoperta della tomba rivestita di pietra di un ragazzo, che era stato seppellito col proprio cane: al ragazzo era stata lasciata una ciotola di cibo e al cane un osso. PERIODO I AL-UBAID Al-Ubaid: Nella località di Al-Ubaid furon trovate quattro statuette d’argilla di dee “con la testa di lucertola” modella te a mano. Questa è un ulteriore prova dell’influenza demonica, esercitata per nascondere mediante rappresentazioni di animali l’adorazione impura, prima del diluvio. PERIODO URUK Uruk (Warka): Sembra che i primi abitanti di Uruk (detto anche Ereck) innalzassero il loro primo tempio su un “monte” artificiale formato da blocchi di mota e che in tal modo dessero inizio alla costruzione di templi du elevazioni artificiali. Sulla sommità era un santuario di parecchie stanze da cui il dio scendeva mediante una scalinata, poiché pare che la loro religione prescrivesse la cima di questo monte artificiale come punto di contatto del dio con la terra. Col passar del tempo questo edificio fu racchiuso nel “Tempio Rosso”, edificio molto imponente. Presso Uruk: Il “Periodo di Uruk” è anche notevole per il fatto che si facevano sigilli cilindrici. Questi sigilli erano usati non soltanto per sigillare documenti ma come marchio di fabbrica e per segno di proprietà, allo scopo di salvaguardare i possedimenti. Sembra che i furti fossero abbastanza comuni in quei giorni, se si considerano i numerosi sigilli cilindrici ritrovati. Una impressione cilindrica rivela la storia di offerte fatte al santuario situato a destra. Ivi una figura con la barba pare offra una leonessa o una pantera con le zampe tagliate. PERIODO DI JEMDET NASR Uruk: una rimarchevole scoperta di natura religiosa attribuita a questo periodo è quella di un gigantesco vaso di pietra che giunge quasi all’altezza di un uomo. E’ ornato di figure scolpite in tre bassorilievi. Nel bassorilievo situato nel mezzo è raffigurata una processione di sacerdoti, che portano offerte costituite da brocche di vino e ciotole colme di cibo. VALUTAZIONE DELLE PROVE Le prove menzionate sostengono appropriatamente il racconto biblico della rapida degradazione subita dall’adorazione impura prima del diluvio. Se si raggruppano le scoperte archeologiche relative alla religione non si ha un bel quadro né si ottiene un racconto che renda merito ai nostri primi antenati carnali. La visione che ne risulta mostra come, subito dopo l’espulsione dall’Eden, l’uomo continuò a credere all’ingannevole offerta satanica dell’immortalità umana e ideò fantasiosi miti secondo i quali le anime sarebbero vissute in un altro mondo. (Ge. 3:4) Anche l’idolatria divenne presto un laccio. E dgli idoli di uomini e animali passo in breve tempo all’adorazione fallica. Inoltre, contro l’espresso compiacimento di Geova Dio per il giusto sacrificio compiuto da Abele mediante primizie del suo gregge, gli uomini dell’adorazione impura seguirono la condotta di Caino offrendo frutti del suolo, vini e vari cibi. (Gen. 4:4) Templi e santuari furono eretti senza averne ricevuto il comando dal grande Dio dell’universo. L’Iddio Onnipotente ebbe infine veramente ogni ragione per condannarli. – Gen. 6:5-7 Secoli dopo che Dio aveva distrutto il primo mondo empio i Targum aramaici preservarono le notizie inerenti alla degradazione degli uomini antidiluviani. Riferendosi ai giorni di Enosh, il Targum della Palestina dice e rispetto all’inizio dell’idolatria: “Quella fu la generazione nei giorni della quale cominciarono a errare, e a farsi idoli, e soprannominarono i loro idoli col nome della parola del Signore”. Questo stesso Targum continua osservando sull’adorazione delle donne e sulle pratiche impudiche: “E quando i figli degli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla superficie della terra, e nacquero loro belle figlie; e quando i figli dei grandi videro che le figlie degli uomini eran belle, dipinte e coi capelli arricciati, camminavano mettendo in mostra la carne e avevano pensieri di empietà; avvenne che, fra tutte, presero per mogli quelle che vollero. Ciò che abbiam considerato circa la condotta dell’uomo antidiluviano nel mettere in mostra la carne è stato ripetuto molte volte sin dai giorni del Diluvio sotto gli auspici della religione. Le evidenze di religione demonica che sono state citate confermano pienamente l’accurata descrizione fatta da Paolo dell’antica e moderna adorazione impura. – Rom. 1:21-24 PENSIERO RELIGIOSO BABILONICO DOPO IL DILUVIO Dopo il Diluvio la terra fu per molti anni priva di falsa religione. Ma “l’iddio di questo sistema di cose” fece ripetuti tentativi per ristabilire il dominio religioso sull’uomo. Infine, ai giorni di Cush nipote di Noè, e di Nimrod figlio di Cush, cominciò a diffondersi tra i figli degli uomini una nuova religione diabolica. La degradante adorazione di capi politici umani iniziata nelle pianure di Scinear fu estesa ad altre parti della terra, come rivelano l’adorazione resa ai Faraoni d’Egitto e l’adorazione resa a Malcolm degli Ammoniti. – 2Cor. 4:4; Sof. 1:5. Le scritture affermano che Nimrod “si mostrò come potente cacciatore in opposizione a Geova”. (Gen. 10:8, 9) E’ chiaro che Nimrod non fu soltanto cacciatore di animali ma anche di uomini, contro la legge di Dio. La tradizione dice che Nimrod subì una morte violenta per mano di Sem e di circa settantadue suoi compagni, poiché Sem era figlio di Noè che praticava e sosteneva la vera adorazione di Geova. Nimrod divenne marito della propria madre, che fu poi adorata a Babilonia come Ishtar e a Tiro e Sidone e nel resto di Canaan come Astarte. L’infedele Salomone la seguì e le costruì un alto luogo di fronte a Gerusalemme. (1Re 11:5; 2Re 23:13) A Babilonia fu anche chiamata “regina del cielo”. La “regina del cielo” fu adorata dagli Israeliti infedeli ai giorni di Geremia. (Ger. 7:18; 44:17-25) In seguito fu adorata a Afeso e in altri luoghi come Artemide (Diana). – Atti 19:25-28. L’uso di simboli è molto diffuso nell’adorazione diabolica. Il fedele Giobbe dichiarò di essersi astenuto dal rendere adorazione a simboli come quelli del sole e della luna (Giob. 31:24-28) Erano adorate anche le stelle. (Deut. 4:19) Un altro simbolo mediante cui i demoni hanno ricevuto l’adorazione dei religiosi è la croce. Fu dapprima introdotta a Babilonia, da cui si estese a tutta la terra. Anche gli animali furono impiegati come simboli mediante i quali gli uomini potevano adorare i demoni. I numerosi dèi animali d’Egitto ne sono un notevole esempio. Per esaltarsi, vi sono nazioni che oggi paragonano i loro governi al leone, all’orso, all’aquila, ecc., e che pongono le loro immagini su insegne e bandiere come facevano anticamente. Le bandiere erano una particolare caratteristica dei templi egiziani. Dall’adorazione dei simboli all’adorazione delle immagini il passo fu breve. L’immagine era idolatrata, facendone cenni con la mano, salutandola, gettandole baci o baciandola effettivamente. Molti riti dell’adorazione delle immagini erano anche più degradanti di questi. In relazione con l’adorazione delle immagini di Baal e Astarte il Diavolo istituì il culto fallico (adorazione del sesso). Gli “idoli” erano immagini o simboli visibili dell’adorazione fallica di Baal e Astarte. – Lev. 18:20-25; Num. 31:16; Sal. 106:28. Per schernire Dio e recar vituperio sul suo nome, i demoni si fecero offrire dagli uomini dei sacrifici, perfino sacrifici umani, come quelli che erano immolati a Baal. (Sa. 106:37, 38; Deut. 12:30, 31; Atti 15:29) Al Diavolo, adorato come simbolo di Baal, furono innalzati altari, vennero edificati templi e dei profeti offrirono sacrifici. E i sacerdoti di Baal (chemarim) si riconoscevano dagli abiti neri che indossavano! – Sof. 1:4. Dopo la morte di Nimrod, semiramide, madre e più tardi moglie di Nimrod, continuò a regnare per circa quarant’anni come regina di Babilonia. Si narra che dopo la violenta morte di Nimrod elle riunì un certo numero di uomini preminenti di Babilonia in un consiglio segreto di “saggi”, successivamente chiamati “magi”, e che compì un atto di magia nel tentativo di provare la sopravvivenza del proprio figlio e marito. Questo fu semplicemente un atto demonico, spiritistico, che fu compiuto per provare a questo gruppo di cosiddetti uomini “saggi” l’ingannevole dottrina dell’immortalità dell’anima innata nell’uomo. Semiramide proclamò successivamente la deificazione del marito Nimrod. Col passar del tempo questo gruppo di primi “magi” babilonesi, cosiddetti saggi, in qualità di falsi profeti ispirati dai demoni divennero il nucleo dell’istituzione di un potente sacerdozio babilonese. Avendo accettato la menzogna dell’”immortalità” di Nimrod come falso fondamento, essi cominciarono a diffondere ondate di pensiero idolatra in diretto contrasto con la vera adorazione di Geova. Intorno alla concezione del deificato Nimrod, esaltato come un dio edificarono fantastiche dottrine di menzogne, riti fallici e ridicole cerimonie, i quali furon imposti alle creduli menti degli uomini mediante la paura degli spiriti, dittatori umani e bestie feroci. (Rom. 1.22, 23, 25) Molte di queste degradate concezioni di insegnamenti religiosi e le relative cerimonie si chiamarono “misteri di Babilonia”. Dopo Nimrod, il sacerdozio dei magi costituì subito una gerarchia religiosa, nella quale uno di essi fu nominato sommo sacerdote e fu ritenuto successore di Nimrod. Con tale sedicente eminenza cominciarono a mettersi in relazioni vari titoli pagani, abiti, dignità e mistici simboli di governo. Satana suscitò quindi nelle menti di questa prima gerarchia babilonese dalle ambizioni politiche l’idea che il loro sommo sacerdote dovesse anche governare in realtà come re, essendo investito del diritto divino di dominare il mondo. Quali successori di Nimrod questi sommi sacerdoti e re assunsero subito il titolo di “re delle quattro regioni”, re dei quattro angoli del mondo. Col passar degli anni la gerarchia babilonese estese la sua presunta potenza politico-militare alle limitrofe città-stati. Oltre la loro limitata espansione politica, la loro espansione religiosa sembrò comunque più influente. Essi cercarono di far accettare l’idea che l’antica gerarchia babilonese fosse la sola custode della sapienza divina emanante dagli dèi. In questo modo varie sfumature e variazioni della religione babilonica furono diffuse dalle numerose tribù che si spargevano emigrando in lontani continenti. Fino a questo giorno le religioni pagane di ogni parte della terra rendono eloquente testimonianza a questo fatto, poichè il modello del loro pensiero religioso è fondamentalmente idolatrico e si riscontra una basilare similitudine nei riti, negli arredi e nelle formule dottrinali della religione, sia in africa che in Asia, in Europa o nelle isole del mare. La Bibbia conferma che in ogni periodo Satana ha compiuto babilonici sforzi per dominare religiosamente la mente degli uomini. – Ger. 51:12, 13; Apoc. 17: 1-6, 15. La Babilonia letterale fu per secoli come una sorgente di degradante paganesimo. La Babilonia piena di luoghi sacri, adorna di templi, dominata dalla gerarchia, centro idolatra, fu conosciuta come “città eterna”, proprio come ora Roma viene chiamata “città eterna”. Dinastie politiche e potenze mondiali sorsero e tramontarono, ma la vecchia ed empia Babilonia sopravvisse a tutte mediante le astute manovre del suo sacerdozio pagano. Anche i nomi degli dèi patroni furon cambiati per adattarli al mutar dei tempi, pur conservando lo stesso significato basilare che aveva avuto origine dai deificati Nimrod e Semiramide. Marduk divenne infine il più potente del panteon degli dèi e fu chiamato il “signore di Babilonia”. In onore di Marduk la gerarchia babilonese costruì entro la città di Babilonia un grande bastione-tempio con i propri edifici, le proprie abitazioni sacerdotali e le proprie porte. Questo centro simile al Vaticano fu chiamato Esagila. Nell’Esagila erano gli archivi e i tesori della gerarchia babilonese. Per centinaia d’anni furono emanate dall’Esagila dichiarazioni religiose simili ad encicliche. Più di mille anni dopo il tempo di Abrahamo, Babilonia era ancora famosa e divenne la città capitale della terza potenza mondiale, organizzata dal suo grande re Nabucodonosor, che la Bibbia menziona quale distruttore di Gerusalemme poiché la ridusse in rovina nel 607 a. c. (2Re 25:1-12) Nabucodonosor servì l’idolo-dio Marduk e accrebbe ed estese grandemente la gloria della “città eterna”, Babilonia, nella sua devozione a tale dio. Per mostrare la supremazia di Marduk, Nabucodonosor portò a Babilonia per depositarli nell’Esagila le immagini degli dèi e i vasi religiosi presi da tutte le nazioni che aveva assoggettate durante le sue campagne militari. Perfino i sacri vasi del tempio di Geova situato in Gerusalemme furon portati a Babilonia al tempo della prigionia giudaica e furono tenuti nell’Esagiala. (Esd. 1:7) Tutto questo simboleggiava la sottomissione religiosa al dio patrono di Babilonia e accresceva la potenza e l’influenza religiosa della gerarchia babilonese. Tutta questa esaltazione e supremazia della gerarchia babilonese subì infine una forte scossa quando Babilonia politicamente cadde come terza potenza mondiale, sopraffatta nel 539 a. C. da Ciro re dei persiani. Pare che la Bibbia indichi la città di Pergamo, situata ad occidente di babilonia nella provincia dell’Asia, divenisse, anni dopo che la gerarchia babilonese era stata privata di gran parte della sua precedente potenza religiosa, il centro religioso del ‘trono di Satana’ invece di Babilonia. (Apoc. 2:12, 13) Si afferma che dopo il 539 a. C. molti sacerdoti del pontificato babilonese ristabilissero il proprio potere nimrodico e riprendessero titoli, dignità, abiti e cerimonie religiose a Pergamo, conferendo queste cose a una nuova discendenza di re. Infine, nel 133 a. C. l’ultimo re di Pergamo, Attalo III, poiché non aveva eredi e gli eserciti romani avevano conquistato in questo periodo i territori intorno a Pergamo, lasciò per testamento tutti i suoi domini, abiti e poteri religiosi in qualità di pontefice della lunga linea di discendenza dei pretesi successori di Nimrod. Questo acquisto si sarebbe mostrato in seguito molto importante, allorchè Roma sarebbe divenuta un impero. Alcuni anni dopo, nel 63 a. C., Giulio Cesare divenne sommo sacerdote pagano di Roma, con la carica a vita di Pontefice Massimo. Essendo divenuto il principale capo religioso della gerarchia pagana di Roma egli entrò nel campo della politica e gradualmente si fece primo dittatore di Roma avendo assunto i poteri religiosi e quelli politici. Si asserisce che Giulio Cesare adottasse la stessa specie di abiti, titoli e simboli di governo lasciatigli per testamento dall’ultimo pontefice nimrodico di Pergamo. I successori di Cesare continuarono ad assumere oltre alla carica di Imperatore quella di Pontefice Massimo, con tutte le dignità dei successori dell’antico Nimrod e della sua babilonica discendenza di governati religioso-politici. Questo perpetuò il babilonico pensiero religioso inerente alle questioni dell’alta corte e dei concili religiosi, colorati da tutta la pompa e le circostanze di questa discendenza di governanti sostenuti da Satana. Ma quando nel IV secolo dopo Cristo, i vescovi di Roma assunsero quindi il titolo di Pontefice Massimo, essi continuarono effettivamente nella discendenza dei papi l’antica discendenza dei successori di Nimrod. Lo stesso abito e lo stesso copricapo papale perpetuano fino a questo giorno l’ordine e il dominio religioso babilonico, in un’altra “città eterna”, Roma, dedicata ad un pensiero contrario alla Bibbia.
[Modificato da pino.12 29/01/2012 13:17]
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